YASA integra un motore assiale da 750 kW per ruota in un prototipo di treno elettrico, triplicando la densità di potenza dello standard industriale

  • Motore assiale nella ruota con potenza massiccia.
  • Fino a 750 kW per ruota.
  • Motori molto più leggeri.
  • Nuova architettura per veicoli elettrici.
  • Maggiore efficienza energetica.
  • Freni posteriori più piccoli.
  • Impatto ambientale misto.
  • Percorso chiaro verso veicoli elettrici più sostenibili.

Reinventare la potenza senza aumentare il peso

A poche settimane dal superamento del proprio record di densità di potenza, YASA ha mostrato l’applicazione reale della sua tecnologia: un motore assiale integrato direttamente all’interno della ruota. Il prototipo attuale eroga fino a 750 kW per ruota, una cifra che colloca questa soluzione in un territorio sconosciuto per i veicoli elettrici.

Ciò che è rivoluzionario non è solo la potenza, ma il modo in cui YASA ha recuperato i concetti dei motori del XIX secolo per ripensarli con materiali moderni ed elettronica di ultima generazione, ottenendo motori così compatti da stare in un cerchione e con un’efficienza notevolmente superiore.

Superare i propri limiti

A luglio, YASA ha segnato una pietra miliare tecnica raggiungendo 550 kW in un motore di soli 13,1 kg, equivalente a 42 kW/kg. Questo dato raddoppiava lo standard industriale attuale.

Mesi dopo, l’azienda ha ripetuto l’impresa: un motore leggermente più leggero, 12,7 kg, ha raggiunto i 750 kW, aumentando la densità a 59 kW/kg, con un aumento di circa il 40% rispetto al test precedente. Sono numeri difficili da ignorare in un settore che insegue ogni grammo e ogni kilowatt.

Secondo l’azienda, questo livello triplica la densità di potenza dei motori radiali più avanzati attualmente disponibili.

Un sistema che rompe l’architettura classica del veicolo elettrico

L’azienda definisce il suo prototipo come il primo motore a ruota “mass-neutral” al mondo, in grado di erogare 750 kW direttamente a una singola ruota. Per contestualizzare: i veicoli elettrici ad alte prestazioni con tre motori radiali raggiungono solitamente cifre simili, ma sommando la potenza di tutti e tre.

Immaginare un telaio in grado di sopportare 3.000 kW combinati (3 MW) costringe a ripensare completamente il design del veicolo elettrico. Sospensioni, pneumatici, elettronica, raffreddamento… tutto cambia.

Inoltre, il sistema è accompagnato da un inverter doppio da 1.500 kW e 15 kg, con una densità di 100 kW/kg, quasi il doppio di quella offerta oggi dalle soluzioni commerciali standard.

Il CTO di YASA lo descrive in modo diretto: per anni, i motori nelle ruote erano troppo pesanti o con una coppia insufficiente. Con questa nuova generazione, tale limitazione è praticamente scomparsa.

Rigenerazione più potente e freni posteriori ridotti

Il sistema nella ruota consente una rigenerazione molto elevata, il che apre la porta alla riduzione, o addirittura all’eliminazione, delle dimensioni dei freni posteriori in alcuni modelli. Ciò implica meno materiali, meno peso totale e un minore impatto ambientale nella produzione.

Inoltre, controllando la coppia di ciascuna ruota individualmente, si guadagna in efficienza negli ambienti urbani e si migliora la stabilità senza bisogno di aumentare la capacità della batteria.

Potenziale

Questa tecnologia ha un chiaro potenziale nell’ambito della mobilità elettrica:

  • Decarbonizzazione dei trasporti, consentendo veicoli più efficienti senza aumentare le dimensioni delle batterie.
  • Veicoli urbani più piccoli, grazie alla liberazione di spazio interno e ai motori compatti.
  • Maggiore autonomia senza aumentare il peso, essenziale per le flotte di consegna e il trasporto pubblico elettrico.
  • Produzione più sostenibile, con meno rame e materiali pesanti.
  • Nuove piattaforme modulari, adattabili ai cambiamenti normativi in materia di emissioni ed efficienza.

Se l’industria scommette sull’utilizzo di questa potenza per ridurre i consumi e le emissioni, piuttosto che per produrre auto sproporzionatamente veloci, i motori assiali nelle ruote possono diventare uno degli strumenti più preziosi per accelerare la transizione verso una mobilità a basse emissioni.

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